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Un progetto per ripensare la rotta

Le cronache quotidiane ci fanno percepire come questo tempo storico sia caratterizzato dall’offuscamento dei punti cardinali della vita personale e comunitaria. Lo dimostrano le prime pagine dei media diventate il bollettino di una guerra diffusa, di conflitti interpersonali che purtroppo sfociano sempre più spesso in omicidi e disperazione; non fa invece notizia la solitudine in cui spesso si trova chi è assalito dal mal di vivere e che potrebbe stare all’origine di decisioni estreme; come non fa notizia il coraggio di coloro che si fanno carico dei più deboli ed emarginati.

Tutto questo ci disorienta e avendo smarrito la bussola che indicava la direzione ci troviamo a navigare come in mare aperto, senza aver chiaro come raggiungere la meta desiderata e necessaria: il bene comune.

Per orientarci nel cambiamento d’epoca che stiamo attraversando avvertiamo il bisogno di ascoltare le “parole di speranza” del Giubileo che stiamo celebrando. Pensiamo come necessario assumere pienamente l’insegnamento di Papa Francesco, ricco di molti gesti profetici, sapendo che questa responsabilità ci mantiene aperti alle sorprese dello Spirito che Papa Leone saprà interpretare per e con tutta la Chiesa offrendoci nuove chiavi di lettura dei segni dei tempi.

Partendo da queste premesse che cosa potremmo fare concretamente? Quale proposta realizzare?

La Delegazione Regionale vorrebbe anzitutto accompagnare ciascuna associazione toscana di AC a sviluppare dei laboratori formativi su alcuni “focus e interrogativi” intorno ad alcune “parole chiave”. Un itinerario questo che ci aiuta a rileggere il Magistero e la nostra Carta costituzionale e a sviluppare un senso critico costruttivo sulle questioni più attuali partendo dall’ascolto del vissuto e delle varie sensibilità di coloro che aderiranno al progetto. La rete dei laboratori, affiancati dalla programmazione di una serie di webinar, aiuterà a comprendere le innumerevoli connessioni che sotto le categorie della cura e della partecipazione vedono nella Persona lo snodo, il crocicchio verso il quale convergere. Il 22 maggio prossimo inizieremo questo percorso con il primo appuntamento online che avvia il processo di cui conosciamo le finalità, ma non il traguardo temporale; fissare un termine entro il quale tirare delle conclusioni significherebbe tradire la sinodalità, il camminare insieme, ma anche le note caratteristiche di un apostolato associato che desidera continuare ad ascoltare il vissuto, narrare esperienze di accompagnamento, generare comunione, formare le coscienze.

Si tratta di applicare nel contesto attuale le intuizioni del Progetto Cittadinanza – lanciato dalla Delegazione regionale 20 anni fa -, sviluppando con nuove modalità un processo partecipato che faccia tesoro dei Cantieri di Betania del Cammino sinodale italiano e della Settimana sociale dei Cattolici a Trieste. Una nuova tappa quindi del Progetto Cittadinanza che la Delegazione regionale intende promuovere coniugandola con i contenuti dell’itinerario nazionale “Parole di giustizia e speranza”, elaborato dall’Istituto Bachelet, dal MEIC e dal MIEAC. Il desiderio è quello di stimolare le comunità ad un rinnovato  impegno nella formazione al bene comune per  rilanciare un lessico del noi, una grammatica condivisibile in favore di un dialogo interculturale e intergenerazionale ripartendo da ciò che ci unisce piuttosto che da ciò che rischia di dividerci.

Invitiamo quindi i lettori di queste righe a restare sintonizzati con i vari canali di comunicazione attraverso i quali lanceremo i vari appuntamenti e le risonanze delle varie iniziative, con l’obiettivo di realizzare il cosiddetto “networking”: instaurare fra le persone e le varie realtà associative che aderiranno alla proposta uno scambio di idee, informazioni, microprogetti, alleanze.